Dialoghi.

Ieri sera ho capito una cosa fondamentale.

Ho capito la differenza tra una conversazione brillante e intellettualmente alla pari fatta con una persona piena di se e una conversazione del medesimo tipo con una persona modesta.

Credevo che dopo quelle argute chat pittoresche, che con pazienza certosina salvai screenshot dopo screenshot , non ci sarebbe mai stata un’altra occasione in cui le parole mi sarebbero uscite fuori in maniera così naturale. Soprattutto credevo,erroneamente, che non si sarebbe mai più ripresentata una situazione in cui la mia testa fosse riuscita a ipotizzare/ prevedere / indovinare le risposte della controparte in maniera così precisa.

Invece per un fortuito caso, mi ritrovo a stare di nuovo bene dentro uno scambio di parole, in maniera rilassata e soprattutto senza quei timori tipici dell’essere fraintesi o non intesi proprio. Ma con la sostanziale differenza che l’altra parte non mi trasmette quel senso soggezione e di “va e scontrati col mondo, fai le tue esperienze e poi ne riparliamo perchè io so le cose come funzionano, ma non voglio essere io quello che te le spiega”.

Anzi.

Ora c’è tangibilmente un interlocutore adeguato.

E, santo cielo, il pensiero che il fattore dialoghi splendidi sia solo uno degli elementi più evidenti di un quadro fantastico ancora tutto da osservare nei dettagli,mi elettrizza davvero molto.

dialog

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