DIVISA

Irrimediabilmente mi trovo divisa.

Le due parti  di me, quella ottimista e quella pessimista, che fanno a pugni per prendere il sopravvento. 

Così mi ritrovo ingabbiata in un’indecisione controproducente.

Divisa sull’atteggiamento da assumere.

1 – Mi rendo conto di avere una cotta per un uomo a cui di me importa meno di nulla.

L’ho visto felice. Forse non lo è del tutto ma sta cercando una via. E chi sono io per disturbare ancora? Nessuno.

Ho visto una resistenza in quella donna che io non sarei riuscita ad opporre, ed ecco uno dei miei principali problemi.

Ho perso la mia determinazione. E allora auguri e tante care cose. 

Lo dico con un groppo alla gola ma tanto il tempo cura tutto. Poi passa. Passerà.

La pessimista ha la meglio.

2 – C’è una persona che ormai è una costante nella mia vita da un po’. 

Ma non siamo nulla. Ho accantonato il pensiero per non farmi del male, ed è così che io ho attirato l’attenzione di altre persone, e a mia volta ne ho notate altre.

Ma poi irrimediabilmente ci siamo di nuovo allineati. Ognuno con la sua vita.

Ho pensato bene di lasciare ad un livello marginale il rapporto. 

Nel terreno sicuro della superficialità. Ma poi io non riesco a non aprirmi con le persone.

E a volte creo dinamiche contraddittorie.

Ed è strano adesso dover gestire eccessi emotivi che non provengono da me. 

Mi si apre un mondo nuovo, in cui magari in un angolo remoto di un cervello o di un cuore qualcosa valgo.

E non posso fingere che non mi importi niente. Anzi.

E in questo vince l’ottimista. 

3- Mi sto confrontando con un uomo più grande.

Tengo testa a molte conversazioni.  Non mi vergogno di raccontarmi per come sono.

Non mi spaventa apparire ingenua o inesperta. Mi sento comunque apprezzata in un certo senso.

Questo alimenta in me una lieve speranza per il punto uno. Nel caso un giorno avessi mai una possibilità.

Intanto mi godo il presente, cerco di assorbire più conoscenza possibile su argomenti in cui io ho poca esperienza ma molto intuito e spontaneità che giocano a mio favore.

Non so cosa mi possa dare questa persona. E’ presto per dirlo e forse nel lato più meschino di me sento che quasi non mi interessa davvero. 

Insomma l’ottimismo c’è, con qualche sprazzo di precauzione e un bel tot di egoismo.

4- Forse molto presto perderò il controllo dei punti 1-2-3. E’ quindi necessario che mi prepari ad una trasformazione o peggio a delle rinunce. In questo modo bisogna preparare il posto al punto 4.

Ed è a questo punto che il pessimismo riemerge. Ci sarà mai un punto 4?

 

8 pensieri su “DIVISA

  1. Troppi punti.
    O troppo rigore logico (che è sempre necessario, comunque. Qualsiasi cosa dicano i beceri luoghi comuni sull’"intuito" o le passioni "improvvise").

    Personalmente preferisco punti sospensivi…

    Lasciano spazio… tempo.
    Recano silenzio e riflessione.
    Interrompono. 

    ps: simpatico.. quel tengo testa a molte conversazioni.

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  2. Non ne dubito. Si vede anche dalla perizia con cui scrivi.
    E molto meglio di 30/40/cinquantenni qui (in genere casalinghe sempliciotte.. e che lavorino o no.. non cambia nulla).

    Scrivere vuol dire pensare.

    L’idiozia, nella sua piccolezza, è una forma invidiabile di esistenza. Dona sicurezze (false… ma passate e vissute per vere). 
    Cosa si può volere di più?

    Ciao (e auguri)
     

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  3.  La consapevolezza è un dono seppur a volte faccia soffrire. 
    Non me la sento di rimproverare troppo le persone che sentono il bisogno di scrivere ma non ne sono molto capaci. 
    Basterebbe anche solo che leggessero di più per colmare alcune lacune linguistiche.
    Grazie per gli auguri. 
    🙂

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